Poi ho letto il post di Sigrid e la sua fantasmagorica idea . . . mi piaceva, ma non mi veniva in mente niente e, mi ero ripromessa di non inventare, intanto i giorni passavano, sabato scorso ho deciso di fare le delizie al limone per mia suocera e ho messo le uova con lo zucchero nell'impastatrice per farle divenatere belle gonfie, spumose . . . intanto il mio pargoletto di tre anni si era appollaiato sulla sua sediolina, arrampicandosi sulle mie spalle per poter sbirciare nella ciotola cosa c'era e mi fa "Mamma, la crema! Posso mettere il dito nella crema?" tutt'ad un tratto mi è venuto in mente e ho fatto questa foto di getto:
cos'è questo? è il mio dito che affonda nella crema di zucchero e uova, un gesto che mi ha fatto tornare indietro, a quando vivevo in una casa con i miei genitori, i miei nonni e la zia e sono tornata ad essere quella bimba inappetente che faceva disperare tutti in famiglia per ingurgitare anche un solo piccolo boccone, ricordi della spesa con la nonna . . . dal panettiere, c'era la bilancia quella grande, dove pesavano i sacchi di farina e la nonna mi faceva pesare quasi tutti i giorni, con la speranza che avessi messo sù qualche etto e poi mi chiedeva se volevo il panino e io facevo di no con la testa, poi si passava dal mercato della frutta perchè lì si risparmiava, si compravano le cassette di frutta, magari a metà con un'altra signora, i venditori mi regalavano mandarini, mele, banane ma io . . . facevo di no con la testa, ricordi dell'asilo, difficile inserimento, l'odore della minestrina che, ancora adesso lo sento nelle narici e mi faceva dar di stomaco e guai a mammina se non mi veniva a prendere prima che mettessero il piatto in tavola, ricordi di un nonno che si inventava delle favole bellissime (io l'ho scoperto solo da grande che se le inventava, credevo le leggesse in qualche libro nascosto in camera sua) pur di farmi mangiare quella soglioletta fresca comprata con tanti stenti, ricordi di una tazza di latte che rimaneva davanti al mio viso ore ed ore prima che mia madre si arrendesse, ricordi di flebo di ferro, capsule di vitamine per far prendere colore ad un visino troppo scarno ed olivastro, ricordi di una maestra cattiva (perchè esistono le maestre cattive) che mi chiamava 'scimmietta' perchè ero troppo magra e scura, ricordi della nonna che, finalmente una volta tanto, per spezzare la tristezza di giorni di lacrime che non riuscivo a comprendere, mi diceva "Se facciamo il dolce lo mangi?" ed io le sorridevo e facevo di sì con la testa e così cominciava il rito . . . il pan di spagna fatto da mia madre e da mia nonna, un rito magico . . .due ciotole, in una si sbattevano i rossi d'uovo con lo zucchero, in un altra i bianchi montati a neve, tutto rigorosamente a mano (io oggi con il frullino elettrico mi stanco!) fino a che non si materializava la magia che faceva tornare il sorriso sul mio volto, la crema di rossi d'uovo e zucchero diventava gonfia, densa e a me veniva . . . la voglia di tuffaci il dito dentro e leccare tutto, di prenderla a cucchiaiate e mangiarne tanto, l'avrei mangiato tutto, era il mio 'pasto' preferito, mamma si preoccupava 'Non mangiarlo crudo, non sei abituata, ti verrà il mal di pancia! e la nonna sottovoce'Non preoccuparti amore di nonna, basta che mangi, prendine un altro cucchiaio!'
Questa è la mia storia d'amore, lo so, non è una ricetta, ma è la storia di una donna che avrebbe fatto di tutto per vedermi 'un pò di carne addosso', ora la mia nonna è in cielo e di sicuro sorriderà a vedermi così 'rotonda', sono sicura che mi direbbe che sono bellissima e sono sicura che è felice ogni volta che preparo un dolce e mio figlio vuole mettere le dita nella crema di zucchero . . . ed io gli dico 'Non mangiarne tanto, ti verrà il mal di pancia', a me non è mai venuto vero nonna? . . .
grazie Sigrid!
4 commenti:
Chissà perchè nelle storie d'amore compaiono sempre le nonne....la mia era fantastica, ad agosto mi ha lasciato...è un vuoto immenso per me!
Sei dolcissima....
ma tu non puoi passare inosservata....tutta la fatica fatta dalla tua famiglia e da te...è ripagata da queste righe di passione e storia, da quel piccolo uomo cheti serve mattoncini e dalla tua bravura!un bellissimo racconto :)
@ simo,
carissima, ho letto la tua storia e mi ha fatto commuovere, i nonni ci davano quell'amore non condizionato dal dovere di impartirci 'regole' che, allora, era relegato solo ai genitori, quindi, con loro si poteva 'trasgredire', i miei nonni mi hanno amata davvero tanto, tanto e quando li ho persi hanno lasciato un vuoto dentro me che non si è più colmato!
un abbraccio
@ lo
grazie Lo, mi hai commossa! anche con poche parole tu sai sempre colpire nel cuore!
baci
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